Le parole


Mi piace il tuo locale!
Grazie.

Le parole sono la mia tappezzeria, riempono la stufa, sono i bicchieri qui sullo scaffale. Le parole non serve ascoltarle con le orecchie: basta annusare in giro.
Le parole...
Una testa è un forno, gli occhi raccattano farina da impastare, i pensieri la lavorano per servire una parola finita alla lingua. La bocca, il fiato, decidono se sputarla fuori o tenerla dentro. Dipende dalla cottura, dalla capacità del forno di cuocere bene. Ma le parole sono lì, sempre e di continuo sull'uscio; pronte a costruire e disfare o a tornare indietro per essere rimpastate, rielaborate e riprodotte nuovamente, con altri suoni, con altre inclinazioni.
Ma le parole possono finire tra le dita e trasformarsi in segni, graffi colorati su superfici immobili adatte agli occhi, che ricominciano il loro giro per crearne delle nuove.
Non serve parlare quando nell'aria i pensieri si toccano, le emozioni si raccontano.

Il mio locale è anche il tuo, le parole sono di tutti.


Commenti

  1. Le parole saran pure di tutti ma le tue sanno scaldare l'animo...
    Grazie, per aver aperto il tuo locale!
    P

    RispondiElimina
  2. ...allora vuol dire che la stufa fa il suo dovere!

    RispondiElimina

Posta un commento

Scrivete qua il primo pensiero che vi è saltato in mente leggendo il post.

Post più popolari