Lo scandire del tempo, qui, da questa altana che è il mio bancone di Osteria, è tutto nei gesti di chi ogni giorno attraversa il mio campo visivo e emotivo.

Il tempo, persino quello meteorologico, è negli abiti di ciascuno, nella posizione che assume al tavolo esterno il locale, è nelle magliette colorate, nei sandali, nei pantaloni corti che d'improvviso, si fanno autunno e poi inverno, si fanno cotone, lana, fibra.

Il tempo è negli occhi di Beppe, fissi nello spazio, che si chiedono quale sia il senso, se ancora ha un senso quel suo tempo; è nel sorriso di Francesca che si fa beffe degli anni, di Gio che il dolore se lo siede a fianco e lo prende in giro dietro i suoi occhiali asimmetrici.

Il tempo, è il racconto delle ore che passano tra un caffè e un amaro, la lettura del quotidiano e il toast con un bicchiere di bianco, della borsa della spesa lasciata sulla sedia intanto che la fantasia viaggia insieme al vento e gli aeroplani.

Il tempo, visto da qui, è la vetrata in controluce che trasmette ombre in movimento, di volta in volta più nitide, definite, sino alla soglia del locale.

Il tempo, sono io allo specchio, ogni mattina, ogni sera, ogni volta che uno specchio mi si pone di fronte per rammentarmi che, spostando gli occhi da me riflesso, c'è un mondo alla rovescia alle mie spalle che mi raggiunge, mi avvolge e diventa presente ogni volta che, voltato lo sguardo, mi lascio attraversare



Commenti

  1. Tutto giusto. Il tempo che si deve scandire, nei più diversi stati della vita, deve solo passare per dare spazio a tempi nuovi ❤️

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