Teorie e ginnastica

 Come un Ulisse qualunque, si ritorna sempre al punto di partenza.

Si torna per ripartire, ci si ferma un poco, si annusa quell'aria famigliare che tutto sommato mai ti lascia, e poi si riparte. 

Da dietro il mio osservatorio di tazze e bicchieri, cerco di scorgere e raccogliere ciò che viene letteralmente gettato in  pasto alla vita quotidiana e come questa muta, si trasforma, si rigenera e riparte sempre seguendo un percorso che riaprirà a nuove strade.

Pino ha una teoria: le sue quaranta sigarette al giorno hanno creato nei polmoni uno strato protettivo resistente ai virus respiratori.

Sostiene inoltre che che una bronchite consente una rapida pulizia e un'ulteriore rigenerazione dello strato protettivo.

Ora che ha dovuto smettere di fumare, è preoccupato che la protezione possa venir meno.

Ha cominciato a cadenzare farmaci d'ogni tipo durante la giornata, a masticare caramelle per sostenere l'astinenza da sigaretta, è d'umore cangiante.

Gli anni passati al lavoro esposto com'era all'amianto, adesso chiedono il conto.

Uno si domanda quale sia, ammesso esista, la via corretta da percorrere per stare alla larga dai fastidi e, a oggi, personalmente, non ho trovato alcuna risposta.

I Beatles in "Let it be", in pratica, sostenevano il concetto del tirare avanti e non fermarsi a pensare più di tanto.

I solipsismi, invece, continuano a raccontare altre storie.

In mezzo c'è il tempo che scorre, ti fa arrivare a sera, coricarti, azzerare nel sonno le ore, riaprire gli occhi e pensare che in fondo c'è sempre tempo, anche quando ne hai più alle spalle che di fronte.

La serranda dell'Osteria del tempo sospeso si alza ogni volta con una spinta dal basso verso l'alto pari al peso dello zaino del tempo sulle spalle




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