Sintonizzarsi

 Un'osteria di quartiere, non è solo un bar: è un punto di riconoscimento.

Il grande pregio sta proprio nell'umanità che la frequenta e ancora di più, nella certificazione d'appartenenza nel quotidiano.

Si certifica l'appartenenza a codici non proprio evidenti ma che lì, senza bisogno di parole, si manifestano nello sguardo, nei discorsi, nei sottintesi complici, nei silenzi.

Un quartiere, come un paese piccolo, ha regole non scritte e, soprattutto nei quartieri di una città, regole proprio specifiche, che sanno di codici di accesso a quella parte di sé lasciata mascherata lungo molte ore quotidiane in altri luoghi e situazioni.

Lì, invece, ti spogli proprio e lo fai con un'eleganza naturale, spontanea, mai rituale.

Bepi, intaglia il legno, parla di maghi del mare e del potere esoterico di certi bastoni torniti in forme animali o vegetali, la sua frequenza emotiva è naturale come chi lo ascolta, non c'è giudizio, anzi, quella frequenza entra in sintonia con tutte le frequenze e quella sintonia: non servono ricettori o antenne, la si coglie e basta.

Quando qualcuno, che viene da fuori, non coglie e fa sua quella frequenza, diventa inevitabile che la sintonia svanisca, sblatteri voci incomprensibili.

L'osteria di un quartiere, questa mia osteria, trasmette in onde umane ogni ora del giorno



L'immagine è un quadro originale dell'artista Cinzia Ratto




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