La fotografia
Sui muri ci sono delle fotografie appese.
Ciascuna è un momento particolare e nessuna mi riguarda da vicino.
Quella che amo di più è a fianco alla porta dei servizi. L'ho messa lì di proposito perchè da lì passano tutti, prima o poi.
C'è un grande prato e sullo sfondo, in primo piano, un grande edificio moderno completamente stonato con le montagne sul fondo e la pineta di lato.
In mezzo al prato ci sono un uomo ed una donna, lui con la camicia a maniche lunghe bianca e una maglia legata per le maniche, sulle spalle.
Lei ha un vestito leggero, primaverile, sotto le ginocchia.
Forse era un pomeriggio di Maggio.
Sono seduti ed abbracciati in maniera composta e guardano altrove, forse lontano.
La foto è del 1962, i colori sbiaditi.
Il posto è sempre lo stesso, un giorno ci sono stato.
Loro, i ragazzi, non so chi siano e chissà chi sono e cosa sono stati.
Mi piace pensare che in una qualche maniera, laddove lasciamo una traccia del nostro passaggio, quella traccia rimane impressa per sempre.
Come quell'abbraccio nella fotografia.
Indelebile.
Ciascuna è un momento particolare e nessuna mi riguarda da vicino.
Quella che amo di più è a fianco alla porta dei servizi. L'ho messa lì di proposito perchè da lì passano tutti, prima o poi.
C'è un grande prato e sullo sfondo, in primo piano, un grande edificio moderno completamente stonato con le montagne sul fondo e la pineta di lato.
In mezzo al prato ci sono un uomo ed una donna, lui con la camicia a maniche lunghe bianca e una maglia legata per le maniche, sulle spalle.
Lei ha un vestito leggero, primaverile, sotto le ginocchia.
Forse era un pomeriggio di Maggio.
Sono seduti ed abbracciati in maniera composta e guardano altrove, forse lontano.
La foto è del 1962, i colori sbiaditi.
Il posto è sempre lo stesso, un giorno ci sono stato.
Loro, i ragazzi, non so chi siano e chissà chi sono e cosa sono stati.
Mi piace pensare che in una qualche maniera, laddove lasciamo una traccia del nostro passaggio, quella traccia rimane impressa per sempre.
Come quell'abbraccio nella fotografia.
Indelebile.
Fa piacere e commuove quando qualcuno ci racconta un ricordo che ha di noi. E così quando rispolveriamo noi le tracce lasciate da qualcuno. La fotografia della mente e del cuore. Che tenero questo post.
RispondiEliminaHai mai pensato che le ombre delle nostre azioni, in qualche modo, possano rimanere per sempre intatte? penso ad una casa dove hai vissuto per lungo tempo o una panchina dove hai trascorso ore ...io li chiamo fantasmi. Non penso che ci estinguiamo del tutto.
EliminaMi piace pensare che i fantasmi sono sempre vicino a noi. La mia panchina la vedo e la rivedo, e risento il profumo del gelsomino tutto intorno....e rivedo l'erba alta...e il vialetto con i cocci bianchi e neri, che conduceva proprio da lei, bella, illuminata dal sole. Tutta in marmo bianco, e tutta solo mia!!! E ben nascosta.
EliminalA FOTOGRAFIA riprende e trattiene quegli attimi della vita che avevi già dimenticato e quando, un giorno, per caso, ti capita di rivederli ecco che rinascono una seconda volta, eccoli sono lì per darti una seconda possibilità!!!!
RispondiEliminaA volte penso che in realtà ogni momento che viviamo quella parte di noi, quell'anima di noi che l'ha vissuta, rimanga lì insieme a quel momento. Come una coda di lucertola, poi si ricrea per staccarsi in un altro momento e rimanere lì. E nelle fotografie, nei quadri, negli scritti, appaiono.
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