Primavera


Spalanco le porte.
Forse un po' di caldo si è deciso a bussare ai vetri, era ora, aspetto sempre questo momento in maniera liturgica. La primavera mi fa un effetto rondine nella testa da non poter decidere cosa fare ma dover comportarmi per forza in un certo modo. Annuso l'aria da casa a qui come un rabdomante l'acqua nel terreno e mi lascio scuotere da l'accento acuto del pitosforo del giardino a piano terreno che come una droga mi sostiene fino all'incontro olfattivo con una zagara di città, sorprendente, a due passi dal locale, che miscela il suo profumo in quello ancora presente nel mio naso, s'insinua e scatena fotografie a colori davanti a me.
Si lo so sembra una descrizione da uno che si è sniffato l'universo. Per certi versi è così; la droga è sola una scappatoia dai pensieri e questa droga naturale che inalo è semplicemente un'inevitabile necessità di sopravvivenza.
Spalanco le porte affinché questo nastro di profumo mi segua e mi piace lasciarmi tampinare così.
C'è Mario che si lamenta per la corrente d'aria e prova a chiudere...mi costa un bianco riparatore per farlo desistere.
La corruzione è arrivata anche qui.


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