La domenica


Lo confesso. La domenica amo starmene rintanato in casa.
Anche se fuori fa caldo, anche se gli elementi spingono affinché tutto si manifesti all'aria nonostante i richiami delle occasioni sociali.
Mi rintano sino allo sfinimento.
Ci vuole una certa perizia per riuscirci senza danni apparenti e non bastano lezioni teoriche di ozio per esserne provetti utenti: ci vanno anni e anni di pratica.
Ci vanno domeniche di sole e gente per la strada risvegliata da ormoni primaverili che le spoglia e le rende elettriche al solo avvicinamento. Giornate che osservi dai vetri e ascolti solo gli echi che giungono da fuori fissando per ore punti immobili da qualche parte della stanza.
Ci va l'esperienza di chiudere le porte a parenti o amici non richiesti che appaiono sulla soglia con la scusa del "passavo da qui", intanto che riprovi per la centesima volta nella giornata a giungere al termine della pagina del libro che tieni tra le dita ma che spesso precipita ai tuoi piedi.
Serve la competente capacità di muovere lentamente le tue articolazioni verso spazi esclusivamente necessari se non indispensabili quali il divano, il letto, il cesso.
Serve la preparazione necessaria al silenzio della tua mente e alla tentazione latente di mollare tutto e uscire.
La domenica è così.
Domani si ricomincia.

Commenti

  1. Adoro queste domeniche, poche persone riescono a capirle. Bisogna essere capaci di fare silenzio dentro di sè e apprezzarlo.
    Bisogna non aver paura di stare soli con sè stessi.
    Per me è l'unico vero modo di recuperare energie, non riesco a capire quelli della domenica (o del weekend) fuori porta (e me ne sono anche sposato uno, vabbè...). Il sabato ancora ancora mi muovo, ma la domenica è casa casa casa. A meno che ci sia l'opportunità di vedere cari amici, ma poi la pago tutta la settimana...

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