L'abitudine

Alle 9 in punto, il Dottore del palazzo di fronte, entra, cerca il solito angolo del bancone, appena a sinistra, tra i tovaglioli di carta e la boccetta del miele. Posa la borsa ai suoi piedi, spingendola con le tibie per essere certo di sentirla vicina. Poi ordina il caffè macchiato. Quindi con la tazzina in mano si avvicina al quotidiano locale appoggiato sul tavolo per leggere le principali notizie. In quel momento, ma solo in quello, la sua borsa resta abbandonata sotto il bancone e sembra non importargli.
Come se l'attenzione per il giornale e la notizia avesse il sopravvento sulla sicurezza della sua attività. Noto anche il suo disappunto se il giornale è occupato da qualcun'altro: i suoi tempi si stravolgono. Restare più a lungo in attesa del giornale e sparigliare l'abitudine d'uscire alle 9,10 in punto o bere in fretta e con rabbia uscire sapendo che la giornata prenderà un'altra piega?
La nostra vita è soprattutto un bisogno di certezze. Il nostro limite è pensare che possa esistere sempre e solo una possibilità. La nostra fortuna è quando un po' di follia ci porta da un bar all'altro.

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