La distanza

A volte, o qualche volta o spesso. Ma non è importante.
Se capita, però, guardare la propria esistenza da lontano può fare paura o far mettere altre distanze.
I nostri piedi calpestano dove la testa invia loro l'impulso di farlo; e molto spesso calpestano suoli o realtà di cui spesso neppure conoscono la reale essenza.
Si va un po' di qua e un po' di là, ci si sposta, qualcuno prova a non camminare e allora è il resto dell'umanità che ti costringe verso direzioni che non conosci.
 Ci sono calpestatori professionisti.
Sanno perfettamente cosa calpestare e lo fanno senza il minimo dubbio e con la determinazione che solo uno che sa il fatto suo può avere.
La terra è li ai piedi di tutti ma non tutti la comprendiamo per davvero e ci limitiamo a considerarla esclusivamente un fatto acquisito su cui posare i nostri pesi.
Così la nostra esistenza si sviluppa, calpestìo dopo capestìo.
Per questo, ogni tanto, sollevare i piedi dal suolo e tutto il corpo insieme a loro, consente visioni altrimenti impossibili e una tregua al calpestìo il cui effetto benefico scatena nuove reazioni.
E' solo in quel momento che si può guardare la propria vita da una nuova distanza.
La distanza non è l'allontanamento da un punto ma la visione di quel punto da un altra prospettiva.

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