Scrivere al buio


C'è chi parla da solo.
Non so fino a che punto conti l'età,  ma ci sono persone che trascorrono molto tempo a parlare da sole e chi li osserva sorride, il più delle volte.
Chi parla da solo ha certamente ascoltatori interessati a lui e quanto dice è estremamente considerato al tal punto che il dibattito s'incendia e altre voci si intromettono aumentanto l'intensità della discussione. Si sostengono tesi anche molto ardite e profonde che non tradiscono mai il sentimento effettivo di ciò che si sta dicendo; l'onestà di pensiero è in testa a ogni passaggio e ciascuna parola non è pesata e calibrata perchè non offenda il prossimo o si trasformi in un boomerang contro se stessi, ma fluisce libera e potente, stonata e graffiante, indicibile e grezza.
Nessuno s'intromette a caso e tutti hanno la parola che serve in quel preciso istante per rendere reale un discorso, per rovesciare certezze e scompaginare l'ordine delle cose.
Cose che nel frastuono del quotidiano scorrono via veloci e superficiali al punto che il giorno scappa via dalle dita facendoci illudere che abbiamo tracciato chissà quali fondamentali solchi sul terreno.
Tutto è così troppo preciso e ordinato che spesso perdiamo di vista che nel disordine si scoprono nuovi percorsi.
C'è chi parla da solo e in quel parlare, molti individuano il buio della loro vita e tanti credono che quel buio sia la sole luce possibile; come se la luce fosse una sola.

Scrivere, in fondo, non è parlare da soli?



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