Salute!


Sono arrivati un po' alla volta. A due a due, uno solo, a gruppi di tre.
Un po' alla volta con calma.
Si sono dati appuntamento qui, nella sala del mio locale che improvvisamente si è animato, riempito fino al limite. Era parecchio che non vedevo tanta gente in una volta sola.
Subito erano un po' intimiditi, tra loro. Qualcuno chiedeva all'altro, ma ti ricordi di me?, e questo fingeva, dicendo si con un sorriso di facciata, confidando che i minuti a venire gli sbloccassero la memoria.
Tutti si abbracciavano.
Tutti erano li, si ritrovavano dopo trenta o forse più anni.
Ragazzi cresciuti un questo quartiere, che in questo locale hanno cominciato a parlare di loro, a soffrire, a sbagliare.
Perchè il proprio quartiere, il proprio paese, dove si è nati e cresciuti, per una ragione a me oscura, rimane attaccato come parietaria ai muri dell'anima.
Poi ci si mette il ricordo e gli anni trascorsi ad impreziosire tutto, a far scordare dolori e rabbie patite in quei tempi.
Hanno mangiato, bevuto, riso.
Hanno parlato, si sono appartati a due a due, a tre a tre. Qualcuno stava in disparte. Ma tutti avevano la stessa voce.
Tutti parlavano allo stesso modo.
Curiosa la vita che allinea sempre tutto ciò che sembra uscire di strada, che ti ricorda che c'è sempre un senso in ciò che si fa e che i ricordi non sono solo il pavimento dei depressi cronici, ma la ragione stessa per cui si guarda oltre.
Quando sono andati via, mi sono sentito un po' più solo.
Salute!

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