Diversità convergenti


Gianni non regge il vino.
Luciano ha smesso di bere caffè da quando lo hanno scoperto tachicardico.
Efisio ha un buco in gola e parla poco, la macchinetta metallica lo avvilisce.
Silvano, Giorgio e Anselmo dicono di essere stufi della moglie almeno da venticinque anni.
Al contrario i ragazzi, quelli che passano molto tempo a scrivere sulle loro tastiere in orari mai definiti, non si sa bene da quale sortilegio siano colpiti; bevono capuccini, caffè, dei succhi per poi passare a birre e cocktail. Ma questi io non li preparo. Vanno di fronte, nel locale moderno.
 A quell'ora ho già chiuso, i cocktail e gli aperitivi con troppe mescole non fanno per me. Non li capisco e non ricordo le dosi. Preferisco chiudere e fare dell'altro. Per esempio camminare.
Camminare lentamente verso casa. Non ho mai fretta e dopo un po' la fretta è cattiva consigliera. Mi piace osservare ciò che accade in giro verso quelle ore che non sono più sera e assomigliano alla notte senza esserlo per davvero. Un orario per darsi un contenuto che tanti pensano di emulare leggendo libri di autori sconsacrati.
Il buio gioca strani scherzi e genera fenomeni diversamente individuabili di giorno.
Io cammino, altri ridono, altri ancora bevono a profusione. Qualcuno sta in silenzio al tavolo di casa  tra un primo, un secondo e un telefilm americano da seguire in silenzio.
A ben vedere, tutta questa voglia di parlare non c'è.
O forse c'è la voglia di essere lì, nel momento esatto che si crede di essere lì.
Buonanotte.

Commenti

  1. Sai come si dice vero? L'uomo Invita a cena una donna per portarsela a letto, la donna va a letto con un uomo per poterci parlare.
    Chiamiamole diversità convergenti e beviamoci su!
    Cin cin.
    P

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