Era Natale

 
Mi ricordo una canzone dei Gufi, di molti anni fa, che s'intitolava " Era Natale".
E' una canzoncina semplice ma che va storicizzata per capirne la portata fortemente provocatoria anche nel linguaggio, oggi poco più da educande.
Quando era Natale, quella strana magia dicembrina permetteva a tutti una qualche speranza o anche solo uno sguardo rilassato sulla vita.
Quando era Natale, ci si metteva sotto le coperte prima che si poteva e ogni luce nel cielo poteva essere un segnale dell'arrivo proprio lì, in quella tua stanza, di un uomo barbuto con i tuoi desideri in un sacco.
Quando era Natale, si aspettava. Si aspettava e quell'attesa era emozione, elettrica energia, sguardo avanti e qualcosa nel petto simile a un busto, un po' fastidioso, un po' necessario.
Quando era Natale, c'era la nonna, la mamma, il papà, i fratelli e c'era bisogno di star fuori ma con un occhio a portata di casa, perché la casa era il centro dei profumi e del lavorio tra i fuochi della cucina.
Quando era Natale, anche il vicino bolso e borghese, quello che ti scoppiava i palloni se entravano nel suo giardino, diventava uno a cui fare gli auguri.
Quando era Natale, la gente si metteva per strada e si mischiava.
Quando era Natale, speravi nevicasse ed eri certo che Betlemme fosse una località alpina.
Quando era Natale, chiudere gli occhi per addormentarsi era una lotta e spalancarli al mattino un sollievo come la corsa sotto l'albero in mutande.
Quando era Natale, forse non ci credevi ma andava bene così.
Quando era Natale, non c'era la scuola.
Quando era Natale, non facevi caso alla fatica di tuo padre e di tua madre.
Quando era Natale, c'ero.
Buon Natale, a tutti quelli che vogliono esserci ancora.

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