Quelle parole e il libro

I passi sul pavimento in legno, la poltrona che leggermente cigola appena ti ci siedi, la schiena che d'improvviso cerca di adattare i muscoli alla nuova situazione e i muscoli che hanno come una decontrazione, si allungano, e si fanno sentire fin dentro al collo e la nuca ha un sussulto quasi volesse abbandonarsi al centro delle spalle.
Con una pressione della schiena sullo schienale questo si abbassa quasi parallelamente al pavimento e le gambe possono allungarsi anch'esse. Il libro è poggiato a terra, sul legno del pavimento, alla sinistra, e con un'altro, forse ultimo, piccolo sforzo di torsione, lo riesci a prendere con la punta delle dita della mano sinistra senza neppure guardare, solo con il tatto. Con la destra afferri la coperta di lana intrecciata appoggiata al bracciolo, ricordo e dono di una nonna e di un lavoro paziente di creazione da vecchie lane dismesse in famiglia. Come se dentro a quella nuova forma, nata da forme differenti, ci si potesse fare abbracciare da un lungo elenco di storie, di altra gente che memorizzi come parenti ma che erano semplicemente altre vite in altre epoche con probabilmente gli stessi pensieri e sogni e paure. La stendi su di te usando l'intera mano destra e spazi, limitati dal libro, della sinistra. Non dev'essere perfetta a coprirti, dev'esserci. E c'è.
Ci sei anche tu, c'è il libro con quel titolo e quell'autore. C'è il pavimento di legno le pareti dipinte di giallo, un trompe l'oil di una finestra con un paesaggio di pini che sembra andare oltre ai tuoi occhi e la realtà, c'è l'odore della stanza che ha dentro anche il tuo odore, c'è la stufa accesa, c'è la finestra, quella vera, alla tua destra, che hai chiuso con le persiane da poco perchè oltre a quei vetri, adesso, è solo buio, è notte, e tu, della notte, ricordi solo il buio. C'è la lampada accesa con la luce che basta per vedere e leggere.
Ora apri quel libro, senti il ruvido della carta, leggi la premessa, la dedica, leggi in quante copie è stato stampato e poi vai in fondo a vedere i ringraziamenti.
Ritorni alla copertina, sfogli due pagine e il primo capitolo è pronto con quelle parole che sono li, sono state lì, saranno lì e qualcuno ha pensato a quelle parole, proprio quelle, quelle che danno il via alla storia e non possono essere che quelle parole lì.
Le fissi, le leggi, cominci.

Buon tutto.
 
Illustrazione originale di Cinzia Ratto

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