Genova
Sull’angolo della strada, in alto sul muro, c’è la lastra
bianca che indica la via, Largo Caproni, un poeta, il poeta della città, delle
salite raccontate, dell’aria respirata come fosse la sola e l’ultima, degli
scorci a brandelli. Si passa, tra due muri, un tratto di asfalto che sale
leggermente e poi, di colpo, come un trampolino, si inclina in avanti,
trasformando il grigio bitume in rosso mattone. E le pareti ai lati cambiano,
poco dopo un cancello, a destra, da dove spiando s’intravvede un giardino e un
edificio, entrambi pronti al grande balzo dentro a quello spazio che si apre
senza interruzione di fronte. Non muovetevi, restate fermi. Guardando in basso
verso la mattonata, per un po’ lo sguardo indugia sulla serpentina che disegna
il passo, con i muri di sasso ai lati, a volte gonfi verso il sentiero che
sembrano voler esplodere di colpo, sassi grigi, spugnosi, raggrinziti, antichi
e osservatori immobili. Ma prima di cominciare la discesa bisogna alzare la
testa e sfidare il balzo: il mare. Là sotto in fondo allo sguardo, e prima il
porto, e prima ancora i tetti delle case e quindi la serpentina rossa sotto i
piedi che pare voler entrarci sotto, dentro, farsi risucchiare. I suoni sono di
campagna, il passero lo dice con il suo canto primaverile, il fruscio delle
prime foglie sui rami, la brezza che sa di sale ed erba.
Da lì si comincia l’immersione, si prende un po’ di fiato e
a due passi alla volta, poi una sosta, si discendono i gradoni e si alza lo
sguardo al mare, ogni tanto, per vederlo ancora là che specchia la luce sul
porto e le case, sempre più vicino ai piedi. Scalini, mattoni, e poi scalinate,
muraglioni, tornanti ripidi e sempre più case assecondano la discesa,
l’immersione dentro a quei suoni che là sotto aspettano, come coralli in fondo
al mare, di raccontare la loro storia. Tu da quassù di Genova ne puoi solo
immaginare la forma, i colori, ma solo quando sarai immerso del tutto e quel
mare sarà sopra di te, allora e solo allora, potrai lasciar fare allo sguardo,
al naso e all’ascolto. Ora ti stai solo immergendo, compiendo piccoli sforzi,
apnee necessarie.
Ci s’immerge, se credete di camminare, vi sbagliate.
Commenti
Posta un commento
Scrivete qua il primo pensiero che vi è saltato in mente leggendo il post.