I posti dell'anima
Scendi,
se puoi, scendi, vai dentro di te, vai più giù che puoi. Tappati le orecchie,
turati il naso, ma gli occhi no, quelli non smettere di tenerli aperti; stringi
gli zigomi e le sopracciglia, consenti che una piccola fessura di palpebra possa
osservare ciò che ti appare di fronte.
Dopo
un po' ti ci abituerai e la tensione sulle tempie si alleggerirà e resterà
solamente una fitta nella cavità oculare e a quel punto nulla potrà
distoglierti dal guardare tutto quello che hai tenuto nascosto per così tanto
tempo.
Non
aver paura di guardare e non spaventarti se ciò che vedrai sarà qualcosa che
non conosci e parlerà con una voce che non riesci a comprendere e ti toccherà
la spalla facendoti sobbalzare.
Sei
arrivato nei posti dell'anima, quelli che non sapevi o che avevi scordati.
Quei luoghi sono sempre stati lì e a un certo
punto ti vengono a cercare, ti fanno sentire il fruscio del susino che
arrampicavi, la voce che avevi nel farlo, l'aspro del frutto che coglievi con
la libertà di poterlo sputare piuttosto che di saperlo maturo.
Nei
luoghi dell'anima riascolti l'eco della tua libertà e di quel semplice
ingranaggio che non necessità di accensioni ma di attenzione: vivere.
E
lì, allora, ti fermerai e solo in quel punto, ricomincerai.
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