L'armonia di un attimo

Scendevano precarie sui loro tacchi appuntiti lungo la mattonata. Guardavano fissi i piedi nel loro muoversi uno dopo l'altro. Non c'è equilibrio in quelle condizioni! Ma quel tacco appuntito è obbligatorio se indossi certi tailleurs, perchè quel tacco permette di creare armonia tra i piedi e la conciatura. Non c'è armonia senza tacco che slancia, su certi tailleurs. E queste signore imbellettate, che scendono adesso la stradina mattonata del palazzo nobiliare per entrare in un luogo sotterraneo dove è previsto un non si sa bene quale evento mondano, sanno che, nella sofferenza di quei passi cortissimi lungo la discesa mattonata, è racchiuso il senso stesso del loro essere. Bisogna lottare per stare in armonia con ciò che ci sta intorno, credo non si possa farne a meno. E per permettersela, l'armonia va continuamente sfidata, presa di petto, digrignando i denti all'occorrenza.
Le signore camminavano sulle punte, a tratti si vedevano i talloni saltare fuori dalla scarpa con il tacco appuntito. Lo sforzo per non cadere era tanto; penso alle dita dei piedi dentro a quelle scarpe lucide, qualcuna rossa, qualcuna marrone, qualcun'altra verde; credo si siano comportate egregiamente, si siano irrigidite al limite delle loro possibilità e abbiano obbedito a un comando lontano che le obbligava a farsi roccia e radice per fissarsi al suolo, anche se costrette tra pelli pregiate e cuoi poco utilizzati. Ho avuto pietà per quei piccoli ossicini così poco ricordati durante lo scorrere della vita, tenuti lontani dai discorsi per bene, osteggiati nel ruolo scomodo di nascosta parte innominabile di noi.
Le signore imbellettate, nella loro armoniosa composizione visiva, poi son giunte in fondo alla stradina. I talloni sono rientrati nelle loro sedi, la testa ha ripreso il portamento innalzato al supremo, le braccia hanno smesso di contrarsi con i gomiti lungo i fianchi, le mani erano libere e non stringevano più all'unisono le maniglie della borsetta, i capelli sembravano poggiarsi noncuranti sulle preziose teste. I tailleurs avevano ridisegnato alla perfezione l'immagine di ciò che ci si aspettava di dover vedere, tutto era rientrato, come dopo un allarme, una rappresaglia.
Le falangi delle ossa dei piedi, finalmente, potevano ritornare nel loro silenzioso ruolo di portatore di equilibrio così che l'armonia complessiva non potesse venir meno.
Poco lontano un'orchestrina gitana suonava un valzer e alcuni giovani operai di un cantiere lì vicino, fermavano alcune ragazze per invitarle a un ballo.
La piazza riprendeva a vivere.

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