Cesare

 Non si deve mai smettere d'imparare e, ancora di più, si deve tentare di non farsi soffocare dal pensiero di non essere capaci d'imparare.

Vedo alcuni come Cesare, uno che passa molto tempo qui da me, che sembrano aver smarrita la fiammella della curiosità, come se il computo degli anni non avesse più righe per contenere il totale.

Lui dice che 

"ogni cosa alla fine ritorna sempre magari con altre modalità, per cui neppure la sorpresa affascina" 

così da essere impermeabile a quasi tutto ciò che accade intorno, nelle piccole faccende quotidiane.

Ha abitudini, quei gesti, quei tempi, quei silenzi e quelle scarne parole che a fatica vanno oltre la superfice.

Entra, saluta, ordina, spesso neppure quello perché sa già cosa gli porterò, visto che è sempre il medesimo; si siede a quel tavolo, prende il giornale e, cominciando dall'ultima pagina, lo seziona pagina per pagina sino alla prima, con lentezza e metodica precisione. 

Ogni tanto ha un'espressione, come un suono gutturale di approvazione o sdegno leggendo un articolo, rarissimamente lo esterna.

Non so quanti anni abbia, non credo troppi, almeno per l'anagrafe ma in quell'ora che resta qui, sembra avere tutti gli anni del mondo, dal big bang all'ultima alba; nulla sembra sorprenderlo, nulla renderlo entusiasta o inviperito: resta stabilmente sospeso a mezz'aria.

Io mi domando cosa sia e cosa faccia fuori da qui, provo a immaginare la sua vita, della quale, ogni tanto, tento di estorcergliene un pezzetto con scarsi risultati.

Il suo nome è Cesare, e tanto basta.

Basta per sapere la sua collocazione in quello spazio di tempo che si mischia al mio.

Fuori da qui, fuori dalla vista degli altri, possiamo essere ogni cosa e per ogni cosa essere la migliore oppure la peggiore possibile.

La sorpresa non è nel rispondersi alla domanda su chi sia ciascuno ma nel sapere che ciascuno siamo tutto quando incontriamo altre vite, incrociamo altri mondi, anche se per pochi istanti.

Per questo s'impara sempre: s'impara ad accogliere la sorpresa quando ci si riconosce sorprese noi stessi ogni giorno

 

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