La carezza nel bicchiere

 Quanto umanità può svelarsi in dodici ore?

Queste sono le ore di apertura della mia piccola Osteria. Certo, vorrei fare un po' meno, ma mi perderei tutta questa umanità, tutta la bellezza che emerge.

Se non guardi non puoi vedere e se non ascolti neppure puoi capire quante storie ci vivono intorno: la tua, la sua , la mia.

E' come se ciascuno portasse uno zaino con un fondo infinito, da cui estrarre sempre qualcosa di differente e poi, riporlo, prezioso come un bene indispensabile, a volte zavorra, spesso contrappeso di ciò che vogliamo far apparire e che ci molesta.

Negli occhi di Nadia c'è un mare profondo di amore che lotta con la sua stessa sopravvivenza contro il vuoto degli affetti più cari che sembrano perduti; ma lei, non si arrende: abbraccia tutto quel dolore con l'amore. Amore, che scivola insieme all'alcool nei bicchieri che si susseguono al suo tavolo. 

Mi chiedo se sia una fuga o un bisogno, una maschera o una necessità quel liquido che scivola in gola.

Mi chiedo e ve lo chiedo: di quante maschere necessitate per sopravvivere?  E di quanta bellezza per vivere?

Negli occhi di ciascuno, qui di fronte al mio bancone, confine superabile e barriera difensiva, leggo tutte le storie del mondo da che è mondo, nelle mani che stringono un bicchiere, tutte le carezze che si sono trattenute



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