Di smarrita umanità
"S'è smarrita l'umanità...è tutto un costruire e disfare, come carte da gioco a formare il castello, basta un soffio e tutto si disfa"
Nelle parole di Silvano non c'è neppure amarezza, lo dicono i suoi occhi allegri, sguardo di chi ha a lungo navigato e adesso vive il suo terzo tempo in terra ferma. Non c'è amarezza ma tanta realtà, almeno la sua, di chi ha fatto il suo e si può concedere il tempo dell'osservazione.
C'è la tendenza a credere che la vecchiaia sia un lento dispiacersi del tempo passato e che l'intervento biologico e naturale debba per forza essere il passaporto per l'oblio dal presente.
Più ascolto i miei anziani ai tavoli e più comprendo quanto l'umana esperienza sia un prezioso scrigno di bellezza.
Si diventa giudicanti, a volte pesantemente altre in maniera dolce, ci si accorda meno sull'ascolto tanto siamo presi dall'ananke, la necessità del quotidiano; disperdiamo lo stupore e la voglia di ripetere alla nausea " perchè?" su ogni argomento, tronfi e convinti come siamo che il nostro presente sia il solo possibile. Perdiamo di vista il dubbio, lo sguardo aperto, la curiosità, per poi ritrovare tutto nel terzo tempo e sorriderci su, quando ci va bene, altrimenti straziandoci per il tempo sciupato.
La perversione dell'umanità è anche in questo.
Beati coloro che non smettono mai di credere che i passi migliori da compiere sono quelli che non seguono alcuna linea retta e strafottenti come neonati dal grido facile, perseguono il loro quotidiano stupore facendo tesoro dell'immagine di loro proiettata nel tempo.
Beati loro, si.
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