Il silenzio

C'è una cosa che amo: il silenzio.

Non lo amo da troppo tempo, anzi, l'ho temuto per lungo tempo tanto da riempire ogni pausa con parole, parole di tutti i tipi, colorate, spesse, magniloquenti, roche, tranquillizzanti, sospese: parole.

Le parole sono divertenti, ti ci puoi appassionare.

Puoi persino crederti padrone delle parole, costruttore di mondi, esegeta, mitragliera di sillabe.

Sino a quando non ti sotterrano con la loro forza.

Perchè prima o dopo lo fanno, sono spietate, non danno seconde possibilità.

Sono come l'aculeo dello scorpione, un colpo secco e spera di non essere allergico! 

Il silenzio l'ho imparato gridando di dolore, l'ho imparato quando una parte di me è esplosa, ha eruttato balzando fuori dal cranio e sparpagliandosi sul pavimento.

Ci sono scivolato sopra a quel magma, sono rotolato come un sasso da un pendìo, ho sudato, urlato, pianto a dirotto; perchè troppe parole mi avevano riempito di inutili rifiuti, certezze che credevo tali e invece erano solo fottuti rifiuti e io la cloaca.

Troppe parole ti hanno interrotta mentre parlavi e io ascoltavo il suono della mia voce; parole come amache dove illudevo a riposi che nessuno cercava.

Parole che cercavano me e non te che mi stavi di fronte, parole per il mio orgoglio di ciarlatano, di fuggiasco dalla realtà, di cieco patentato.

Silenzio...cazzo...silenzio.

Dite un sacco di parole inutili, quando basterebbe solo guardarsi.

Un sacco di parole buttate lì a casaccio per riempire il vuoto che hai dentro e che non vuoi accettare.

Parole come dromedari nel deserto, resistenti sino a che la gobba finisce l'acqua e non ti alzi più.

Silenzio...cazzo...taci.

Ascolta...ascoltare è saper domandare, riconoscere l'unicità, tacere di fronte alla bellezza, smettere il flusso sonoro di vocali e consonanti come grappoli acerbi.

Silenzio ...cazzo...taci...ascolta e sorridi: sei tutto lì