Peo


Un raggio di sole, incredibile!
Al primo raggio di sole che sa d'estate, appare Peo.
Si mette sulla porta, circospetto, guarda dentro e poi finge di andare via. Fa sempre così, da anni.
Poi ritorna e comincia un breve giro d'ispezione lungo i muri del locale; ho molte foto appese, forse vuole verificare se sono cambiate, se vicino alla porta del bagno quella con i due innamorati anni cinquanta, puntini  indistinti dentro al panorama, è ancora al suo posto. O quella della festa per la promozione nella serie superiore della mia squadra del cuore, la promozione, la prima alla quale ho partecipato bambino. Poi ne sono seguite tante altre.
Gira.
Sfiora i tavoli, a quest'ora vuoti di persone, penso per ricordarne l'essenza o per capirne la consistenza, osserva le gambe delle sedie non proprio ordinate.
Fa ancora un giro e questa volta attraversa lo spazio aperto del locale, quello che sta tra il mio bancone e i muri, come chi per la prima volta scopre di non avere più terra sotto i piedi ma solo il suo corpo a tenerlo a galla nell'acqua fonda.
Sfiora qualcuno assonnato che fa colazione, annusa l'aria intorno che sa di caffè, giornali aperti, brioches e acqua di colonia dei più.
Io lo osservo senza guardarlo.
Poi si avvicina e mi guarda.
" Mi sa che l'estate è cominciata."
Si gira e se ne va.
Ciao Peo, ci vediamo il prossimo anno.

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